Di imminente
pubblicazione
Francesco Bindella
SAGGI ERMENEUTICI
Il «Paradiso» nella S. Scrittura
Primi passi nella Teologia
La «Persona» nella Bibbia e
nella Spiritualità
Fame della Parola
Kecharitômenê: Il nome di Maria all’annunciazione
Anteprima de
«La questione biblica di una Fondazione Giovannea»
_____________________________________________________
Collectio «Praesidium Assisiense» N. 6; pp. 150.
L’opera raccoglie alcuni Saggi di
carattere biblico-ermeneutico di vario argomento, tratti da conferenze o
lezioni universitarie.
Indice
Il
«Paradiso» nella S. Scrittura
§ 1. Sguardo
generale sul Parádeisos nella S.
Scrittura
§
2. Il Parádeisos nell’Antico Testamento
§
3. «Nel mezzo» del Parádeisos
§ 4. Il Legno della vita e la sua prerogativa vivificante
§
5. Il Legno della vita e il giardino
nel
NT
§
6. Maria Maddalena all’incontro con
l’ortolano (?)
§
7. Nel mezzo del legno, posto
nel mezzo del giardino
Primi
passi nella Teologia
Cap. I
Sul necessario equilibrio
tra Conoscenza e Amore,
Teologia e Spiritualità
Cap. II
Sul necessario equilibrio
tra Esegesi e Ermeneutica.
La Persona nella Bibbia e
nella Spiritualità
Cap. I
La Persona e la sua
‘edificazione’ in ambito biblico
§ 1. L’edificazione della Persona secondo il racconto di Gn 1-2
§ 2. Il
livello pre-personale «maschio e femmina» (zakar
e neqebah) procedente da ’Elohîm
§ 3. L’impronta
di creazione propria di ’Elohîm
§ 4. Il livello personale «uomo
e donna» ('iysh e 'ishshah)
procedente da Jahwè-’Elohîm
§ 5. Jahwè e
l’aspetto strutturale-esemplare
della
sua manifestazione
Nota Sull’ermeneutica dei nomi
divini
§ 6. Il
riconoscimento di un primo livello di
edificazione
della Persona
§ 7. La Rûah
e la sua prerogativa fecondante
§
8. Riconsiderazione del paradigma
dell’edificazione
della Persona
Cap. II
Il Personalismo estremo
della tradizione mistica
occidentale
§
1. ‘Somiglianza’ o ‘uguaglianza’?
§
2. L’argomento dell’uguaglianza
§
3. La logica dell’amore e i suoi sviluppi
a) L’amore che «uguaglia gli
amanti»
b) L’amore che rende inferiore chi più ama
c) Il «Dio di Dio»
§
4. Il ‘personalismo estremo’
e il valore ermeneutico
dell’esperienza spirituale
Fame della
Parola
Parte Ia
Fame della Parola - Attesa del Nome
Cap. I
Fame di pane, fame di parola
§ 1. «Non di solo pane ...»
§
2. ‘Sostanzialità’ della Parola
biblica
Cap. II
Il 'cibo' delle parole
Il
testo di Geremia 15,16
§
1. Le Parole 'trovate'
§
2. La 'manducazione' delle Parole
§
3. Conseguenze del mangiare: «esultanza e allegria»
Nota sul concetto biblico di
'trascendenza'
§
4. La «chiamata del Nome»
e l'ordine di relazione tra Nome
e Parola
§ 5 La
costante biblica dell'antecedenza del Nome-radice
in rapporto alla Parola-frutto
Cap. III
Nome - Voce - Parola
§ 1. Tra
Nome e Parola: la Voce
§ 2. Parola
e Voce: dichiarazione e declamazione
del Nome
§ 3. La
domanda sulla Parola che 'ha potere': Lc 4,36-37
§
4. Fame della Parola, ‘Attesa’ del
Nome
Parte
2a
Fame della Parola nella
prospettiva biblica della ‘deificazione’
Cap. I
Il Frutto dell'Eden
e la promessa di
‘deificazione’
§
1. Il frutto dell'Eden: consumazione e conseguenze
§
2. Il progetto della 'deificazione'
nella S. Scrittura
§
3. L''altro' progetto di
deificazione
e la discriminante rappresentata
dalla kénosis
§
4. «Essere come Dio»: ambivalenza di ‘peccato originale’
e ‘deificazione’
Nota sul «Peccato originale» nella catechesi
e predicazione cristiana
§
5. La pietra e il mattone:
il progetto originale e la sua imitazione
Excursus:
Sulla logica delle
tentazioni e sul discernimento
tra il Bene e il Male, il
Vero e il Falso
§
5. Il Frutto del nuovo 'legno',
a compimento della Fame della
Parola
Cap. II
Il
tema della ‘Deificazione’ in
prospettiva biblica
e
nella tradizione mistica occidentale
§
1. Il tema della ‘deificazione’ in
prospettiva biblica
§ 2. Il tema della deificazione
nella Tradizione mistica occidentale
§
3. La logica dell'amore
a) L'amore che «uguaglia gli amanti»
b) L'amore che rende ‘inferiore’
chi ama di più
c) Il «Dio di
Dio»
«Kecharitômenê»,
Il Nome di Maria
all'annunciazione (Lc 1,27-28)
Premessa
Il testo di Luca 1,28-29
a) L''entrata'
dell'Angelo
b) «Cháire»,
il saluto
c) 'Kecharitômenê'
d) Il Nome 'di' Maria
e) La Parola del 'saluto'
f) Una Parola che ‘turba’?
g) La domanda di Maria e la sua implicita
intenzionalità
Anteprima
de «La questione biblica
di una Fondazione Giovannea»
1. La
consegna delle chiavi di Pietro
2. L’imposizione di nome nuovo,
profezia e investitura di fondazione
3. La fondazione su Giacomo
4. Una fondazione su Giovanni?
Dall’Introduzione
al primo Saggio
Parádeisos
è un tema davvero singolare, inconsueto e quasi anomalo nella cultura contemporanea, potendo far pensare a
una disposizione spiritualistica, idealistica e nostalgica di temi del passato,
evasiva in rapporto agli aspetti più realistici e concreti della ‘condizione
umana’ quali l’impegno sociale, la solidarietà, ecc.
In
realtà, vedremo che trattare del Paradiso
con radicamento biblico sarà trattare della realtà più profonda e veritiera
dell’essere umano, nelle sue più vive tensioni e aspirazioni; sarà quindi un tema di pieno realismo cristiano o
anche semplicemente antropologico.
È
vero, d’altra parte, che l’argomento potrebbe essere considerato ai limiti del
‘dicibile’. San Paolo stesso, in seguito dell’esperienza di rapimento al terzo cielo da lui descritta – il terzo cielo nella corrispondenza con il parádeisos - dice di aver udito parole
ineffabili delle quali «non gli è
lecito parlare» (2 Cor 12,4).
Egli dunque,
ne fa addirittura una questione morale di liceità, rendendo implicitamente
vano, se non temerario, il proposito di parlarne. E’ così che il nostro parlare
di un tale argomento sarà un parlare nel limite del diretto riferimento
biblico, considerando pure che la parola parádeisos,
nella Scrittura, ricorre con notevole parsimonia, per sole tre volte in tutto
il NT.
Una prima
volta parádeisos ricorre nel testo
già menzionato di S. Paolo:
- 2 Cor 12,1-4:
«…
Verrò alle visioni e rivelazioni del Signore.
2 Conosco un uomo in Cristo
che, quattordici anni fa
-
se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio -
fu
rapito fino al terzo cielo.
3 E so che quest'uomo
-
se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio –
4 fu rapito in paradiso e udì
parole indicibili
che
non è lecito ad alcuno proferire»;
una seconda
volta in Lc 23,43 quando Gesù, sulla croce, si rivolge al ‘buon ladrone’:
-
Lc 23,42-43:
«E
[il buon ladrone] disse:
Gesù,
ricordati di me quando verrai nel tuo regno.
E
[Gesù] disse a lui:
In
verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso»;
una terza
volta in Ap 2,7, nella promessa del Cristo:
«A colui che vincerà
darò da mangiare dal legno della vita
che è nel Paradiso di Dio».
Se
dunque il termine Parádeisos ricorre
in modo così parsimonioso, al tempo stesso altri concetti di tenore analogo
ricorrono con maggiore frequenza: il «Regno dei Cieli», la «Casa del Padre», la
«Nuova Gerusalemme» nella parte finale dell’Apocalisse, e poi ancora
un’espressione apparentemente più povera, ma in realtà assai ricca entro il
quadro biblico perché di valore essenziale: «essere con Cristo».
Nell’Antico
Testamento Parádeisos, nella versione
greca dei LXX, traduce il termine ebraico gan.
Entrambi i termini ricorrono per 42 volte.
Il sostantivo gan proviene dalla radice ganan e significa proteggere, custodire,
presidiare, difendere, circondare.
Il significato primo di gan è pertanto quello di luogo
protetto, difeso, recintato. Il termine parádeisos, impiegato dalla versione dei LXX con lo stesso
significato di luogo recintato proprio
di gan, è mutuato dall’antico
persiano e designava i giardini lussureggianti dei signori dell’antica Persia.
Un luogo
recintato è, di norma, un luogo che ospita una ricca vegetazione; di qui si è
passati a designare il gan come un
giardino, il giardino dell’Eden in Genesi, dove eden ha il significato di piacere,
delizia. La medesima radice ganan è presente in altri verbi nei
quali viene espressa l’idea di Dio protettore
dell’uomo. Da notare che gan è
femminile, con piena corrispondenza, quindi, con l’archetipo recettivo e protettivo
tipico del principio femminile. Anche la sposa del Cantico è paragonata ad un
«giardino conchiuso» («hortus conclusus», nella versione latina della Volgata),
con lo stesso termine gan. Nel
racconto della creazione dell’Adam nel giardino
di Eden, l’aspetto complementare del
principio femminile sarà riformulato con il termine ezer che significa aiuto,
sostegno con idea di protezione e
difesa; adiutorium nella versione
latina della Volgata.
Solo di
passaggio, si può rilevare che la
creazione dell’Adam nel parádeisos
passa per due livelli di edificazione,
caratterizzati da un corrispondente, duplice adiutorium. Vi è un primo livello di edificazione dell’Adam ad
opera di ’Elohîm nel quale l’adiutorium è per lui rappresentato dalla creazione, ovvero dalla sposa-creazione.
In relazione ad essa, l’Adam è chiamato alla nominazione, ossia a ‘dare il nome’ ai ‘viventi’ della terra,
attività nella quale è inclusa l’idea di dominio e signoria.
Al compimento
di questo primo adiutorium, tuttavia,
il testo di Genesi lascia intendere che l’Adam non ha trovato ancora piena
realizzazione, rimanendo in debito di un ulteriore piano di edificazione. Ad opera di Jahwè-’Elohîm, ossia Jahwè in incremento su ’Elohîm -
subentra quindi per lui il secondo
livello di edificazione, da una sua ‘costola’, a compimento del quale Adam
si troverà a fronte del secondo
adiutorium rappresentato dalla donna.
Si opera
quindi un passaggio dalla sposa-creazione
(l’ordine cosmico pre-personale) alla
sposa-personale (la donna), divenendo questo il nuovo e più completo piano
di realizzazione dell’Adam: «Questa volta è osso delle mie ossa e carne della
mia carne» (Gn 2,23).
La versione
dei LXX impiega indifferentemente il termine parádeisos per indicare e la dimora paradisiaca descritta in Genesi
2-3 e un comune giardino con ricca vegetazione. Si tratta di una dimora con
caratteristiche terrene, analoga a un giardino di delizie. Altro sarà il valore
di parádeisos nel quadro
neotestamentario. In tutti i casi - come già visto dai testi sopracitati - il parádeisos presenta un carattere trascendente per il quale non vi è
corrispondenza alcuna con coordinate geografiche terrestri. Quando invece il NT
intende designare un giardino ‘terreno’
- un giardino di piante e varia vegetazione – adotta, in luogo di parádeisos, il termine kēpos, come si vedrà in seguito.
Nessun commento:
Posta un commento