LA QUESTIONE BIBLICA DI UNA FONDAZIONE GIACOMO-GIOVANNEA
Il Nome e la sua importanza
in ambito biblico: è l’argomento che sta nei presupposti della presente opera,
quinto volume della Collectio Praesidium
Assisiense (Ed. Porziuncola), che si colloca su di una linea di ricerca già
avviata nei precedenti contributi.
Un’attenzione particolare è
rivolta, dagli inizi, alla questione biblica del mutamento di nome che - per una particolare elezione divina -
accomuna i Patriarchi dell’AT: Abramo, Isacco e Giacobbe e, nel NT, le «tre
colonne: Giacomo, Cefas e Giovanni» (Gal 2,9). La tesi secondo la quale l’imposizione di nome nuovo
rappresenterebbe un evento profetico significativo di un’investitura di fondazione per l’eletto, trova conferma in Abramo,
Isacco, Giacobbe (triade di fondazione dell’Antica Alleanza), in Pietro e Giacomo,
nel NT - Giacomo “figlio del tuono”,
autore postumo della grandiosa fondazione compostellana - ma non trova conferma
storica, quanto meno evidente, in Giovanni, l’altro “figlio del tuono”, fratello di Giacomo. In assenza di questa
conferma, l’argomento sembra perdere valore, invalidando pure le precedenti
considerazio.
Un
richiamo potrebbe andare, a tale riguardo, alla scena centrale del celeberrimo
affresco michelangiolesco del Giudizio Universale: Pietro, nel gesto di
riconsegnare le chiavi al Cristo della parousia,
appare incurante di Giovanni (posto in posizione sottostante), il “discepolo
amato” e personale ‘suggeritore’ in circostanze difficili del suo discernimento.
Eppure Pietro sa bene – per la dura replica ricevuta da Cristo stesso (Gv
21,22) – di un progetto che riguarda il discepolo amato e che lo colloca in un
“oltre” che Pietro non sarà chiamato a scrutare («che importa a te?») ma che, nel piano di salvezza, sarà di provvida
complementarietà in rapporto alla sua missione di “pascere il gregge”. Si diparte
da qui l’itinerario di riflessione sulla Questione
biblica di una fondazione giacomo-giovannea.
PRESENTAZIONE DELL'OPERA
Nessun commento:
Posta un commento