martedì 17 marzo 2015

VI - Publicações da Associação IL Presidio - Centro Studi


Di imminente pubblicazione

Francesco Bindella

SAGGI  ERMENEUTICI


Il «Paradiso» nella S. Scrittura

Primi passi nella Teologia

La  «Persona» nella Bibbia e nella Spiritualità

Fame della Parola

Kecharitômenê: Il nome di Maria all’annunciazione

Anteprima de
«La questione biblica di una Fondazione  Giovannea»
_____________________________________________________

Collectio «Praesidium Assisiense» N. 6; pp. 150. 


L’opera raccoglie alcuni Saggi di carattere biblico-ermeneutico di vario argomento, tratti da conferenze o lezioni universitarie.

 Indice

     Il «Paradiso» nella S. Scrittura                                         
§ 1.        Sguardo generale sul Parádeisos nella S. Scrittura
§ 2.        Il Parádeisos nell’Antico Testamento
§ 3.        «Nel mezzo»  del Parádeisos
§ 4.        Il Legno della vita e la sua prerogativa vivificante
§ 5.        Il Legno della vita e il giardino  nel NT
§ 6.        Maria Maddalena all’incontro con l’ortolano (?)
§ 7.        Nel mezzo del legno, posto nel mezzo del giardino

     Primi passi nella Teologia                                                    

Cap. I

Sul necessario equilibrio tra Conoscenza e Amore,
Teologia e Spiritualità

 

Cap. II                                                                                                                   

Sul necessario equilibrio tra Esegesi e Ermeneutica. 

     La Persona nella Bibbia e nella Spiritualità  

Cap. I                                                                                                                     

La Persona e la sua ‘edificazione’ in ambito biblico

§ 1.       L’edificazione della Persona secondo il racconto di Gn 1-2
§ 2.       Il livello pre-personale «maschio e femmina» (zakar e neqebah) procedente da ’Elohîm

§ 3.       L’impronta di creazione propria di ’Elohîm
§ 4.       Il livello personale «uomo e donna» ('iysh e 'ishshah)
procedente da Jahwè-’Elohîm

§ 5.        Jahwè e l’aspetto strutturale-esemplare
               della sua manifestazione
Nota   Sull’ermeneutica dei nomi divini
§ 6.        Il riconoscimento di un primo livello di edificazione
               della Persona
§ 7.        La Rûah e la sua prerogativa fecondante
§ 8.        Riconsiderazione del paradigma dell’edificazione
               della Persona

Cap. II                                                                                                                   

Il Personalismo estremo
della tradizione mistica occidentale
§ 1.        ‘Somiglianza’ o ‘uguaglianza’?
§ 2.        L’argomento dell’uguaglianza
§ 3.        La logica dell’amore e i suoi sviluppi
               a) L’amore che «uguaglia gli amanti»
b)  L’amore che rende inferiore chi più ama
c) Il «Dio di Dio»
§ 4.        Il ‘personalismo estremo’
e il valore ermeneutico dell’esperienza spirituale


      Fame della Parola                                                                     

Parte Ia
Fame della Parola - Attesa del Nome                                                                      

Cap. I                                                                                                                    
Fame di pane, fame di parola
§ 1.        «Non di solo pane ...»
§ 2.        ‘Sostanzialità’ della Parola biblica

Cap.  II                                                                                             
Il 'cibo' delle parole
Il testo di Geremia 15,16
§ 1.        Le Parole 'trovate'
§ 2.        La 'manducazione' delle Parole
§ 3.        Conseguenze del mangiare: «esultanza e allegria»
Nota sul concetto biblico di 'trascendenza'
§ 4.        La «chiamata del Nome»
               e l'ordine di relazione tra Nome e Parola
§ 5         La costante biblica dell'antecedenza del Nome-radice 
               in rapporto alla Parola-frutto

Cap.  III   
                                                                                         
Nome - Voce - Parola
La Sintassi biblica del linguaggio
§ 1.        Tra Nome e Parola: la Voce
§ 2.        Parola e Voce: dichiarazione e declamazione del Nome
§ 3.        La domanda sulla Parola che 'ha potere': Lc 4,36-37
§ 4.        Fame della Parola, ‘Attesa’ del Nome

Parte 2a
Fame della Parola nella prospettiva biblica della ‘deificazione’     

Cap.  I    
                                                                                         
Il Frutto dell'Eden
e la promessa di ‘deificazione’
§ 1.        Il frutto dell'Eden: consumazione e conseguenze
§ 2.        Il progetto della 'deificazione' nella S. Scrittura
§ 3.        L''altro' progetto di deificazione 
               e la discriminante rappresentata dalla kénosis
§ 4.        «Essere come Dio»: ambivalenza di ‘peccato originale’
e ‘deificazione’
Nota sul «Peccato originale» nella catechesi
e predicazione cristiana
§ 5.        La pietra e il mattone:
il progetto originale e la sua imitazione
Excursus:
Sulla logica delle tentazioni e sul discernimento
tra il Bene e il Male, il Vero e il Falso
§ 5.        Il Frutto del nuovo 'legno',
               a compimento della Fame della Parola

Cap.  II  
                                                                                            
Il tema della ‘Deificazione’ in prospettiva biblica
e nella tradizione mistica occidentale
§ 1.        Il tema della ‘deificazione’ in prospettiva biblica
§ 2.        Il tema della deificazione
               nella Tradizione mistica occidentale
§ 3.        La logica dell'amore
               a) L'amore che «uguaglia gli amanti»
               b) L'amore che rende ‘inferiore’ chi ama di più
c) Il «Dio di Dio»


      «Kecharitômenê»,  Il Nome di Maria
all'annunciazione  (Lc 1,27-28)                                          
Premessa  
Il testo di Luca 1,28-29
a)   L''entrata' dell'Angelo
b)   «Cháire», il saluto
c)   'Kecharitômenê'
d)   Il Nome 'di' Maria
e)   La Parola del 'saluto'
f)    Una Parola che ‘turba’?
g)   La domanda di Maria e la sua implicita intenzionalità

      Anteprima de «La questione biblica
               di una Fondazione  Giovannea»                                            

1.            La consegna delle chiavi di Pietro
2.           L’imposizione di nome nuovo,
profezia e investitura di fondazione
3.           La fondazione su Giacomo
4.           Una fondazione su Giovanni?
 

  Dall’Introduzione
     al primo Saggio

            Parádeisos è un tema davvero singolare, inconsueto e quasi anomalo nella  cultura contemporanea, potendo far pensare a una disposizione spiritualistica, idealistica e nostalgica di temi del passato, evasiva in rapporto agli aspetti più realistici e concreti della ‘condizione umana’ quali l’impegno sociale, la solidarietà, ecc.
            In realtà, vedremo che trattare del Paradiso con radicamento biblico sarà trattare della realtà più profonda e veritiera dell’essere umano, nelle sue più vive tensioni e aspirazioni; sarà quindi un tema di pieno realismo cristiano o anche semplicemente antropologico.
            È vero, d’altra parte, che l’argomento potrebbe essere considerato ai limiti del ‘dicibile’. San Paolo stesso, in seguito dell’esperienza di rapimento al terzo cielo da lui descritta – il terzo cielo nella corrispondenza con il parádeisos - dice di aver udito parole ineffabili delle quali «non gli è lecito parlare» (2 Cor 12,4).
Egli dunque, ne fa addirittura una questione morale di liceità, rendendo implicitamente vano, se non temerario, il proposito di parlarne. E’ così che il nostro parlare di un tale argomento sarà un parlare nel limite del diretto riferimento biblico, considerando pure che la parola parádeisos, nella Scrittura, ricorre con notevole parsimonia, per sole tre volte in tutto il NT.
Una prima volta parádeisos ricorre nel testo già menzionato di S. Paolo:
- 2 Cor 12,1-4:
«… Verrò alle visioni e rivelazioni del Signore.
2 Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa
- se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio -
fu rapito fino al terzo cielo.
3 E so che quest'uomo
- se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio –
4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili
che non è lecito ad alcuno proferire»;

una seconda volta in Lc 23,43 quando Gesù, sulla croce, si rivolge al ‘buon ladrone’:

- Lc 23,42-43:
«E [il buon ladrone] disse:
Gesù, ricordati di me quando verrai nel tuo regno.
E [Gesù] disse a lui:
In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso»;

una terza volta in Ap 2,7, nella promessa del Cristo:

«A colui che vincerà
darò da mangiare dal legno della vita
che è nel Paradiso di Dio».

            Se dunque il termine Parádeisos ricorre in modo così parsimonioso, al tempo stesso altri concetti di tenore analogo ricorrono con maggiore frequenza: il «Regno dei Cieli», la «Casa del Padre», la «Nuova Gerusalemme» nella parte finale dell’Apocalisse, e poi ancora un’espressione apparentemente più povera, ma in realtà assai ricca entro il quadro biblico perché di valore essenziale: «essere con Cristo».

Nell’Antico Testamento Parádeisos, nella versione greca dei LXX, traduce il termine ebraico gan. Entrambi i termini ricorrono per 42 volte.
Il sostantivo gan proviene dalla radice ganan e significa proteggere, custodire, presidiare, difendere, circondare. Il significato primo di gan è pertanto quello di luogo protetto, difeso, recintato. Il termine parádeisos, impiegato dalla versione dei LXX con lo stesso significato di luogo recintato proprio di gan, è mutuato dall’antico persiano e designava i giardini lussureggianti dei signori dell’antica Persia.
Un luogo recintato è, di norma, un luogo che ospita una ricca vegetazione; di qui si è passati a designare il gan come un giardino, il giardino dell’Eden in Genesi, dove eden ha il significato di piacere, delizia. La medesima radice ganan è presente in altri verbi nei quali viene espressa l’idea di Dio protettore dell’uomo. Da notare che gan è femminile, con piena corrispondenza, quindi, con l’archetipo recettivo e protettivo tipico del principio femminile. Anche la sposa del Cantico è paragonata ad un «giardino conchiuso» («hortus conclusus», nella versione latina della Volgata), con lo stesso termine gan. Nel racconto della creazione dell’Adam nel giardino di Eden, l’aspetto complementare del principio femminile sarà riformulato con il termine ezer che significa aiuto, sostegno con idea di protezione e difesa; adiutorium nella versione latina della Volgata.
Solo di passaggio, si può rilevare che  la creazione dell’Adam nel parádeisos passa per due livelli di edificazione, caratterizzati da un corrispondente, duplice adiutorium. Vi è un primo livello di edificazione dell’Adam ad opera di ’Elohîm  nel quale l’adiutorium è per lui rappresentato dalla creazione, ovvero dalla sposa-creazione. In relazione ad essa, l’Adam è chiamato alla nominazione, ossia a ‘dare il nome’ ai ‘viventi’ della terra, attività nella quale è inclusa l’idea di dominio e signoria.
Al compimento di questo primo adiutorium, tuttavia, il testo di Genesi lascia intendere che l’Adam non ha trovato ancora piena realizzazione, rimanendo in debito di un ulteriore piano di edificazione. Ad opera di Jahwè-’Elohîm, ossia Jahwè in incremento su ’Elohîm - subentra quindi per lui il secondo livello di edificazione, da una sua ‘costola’, a compimento del quale Adam si troverà a fronte del secondo adiutorium rappresentato dalla donna.
Si opera quindi un passaggio dalla sposa-creazione (l’ordine cosmico pre-personale) alla sposa-personale (la donna), divenendo questo il nuovo e più completo piano di realizzazione dell’Adam: «Questa volta è osso delle mie ossa e carne della mia carne» (Gn 2,23).

La versione dei LXX impiega indifferentemente il termine parádeisos per indicare e la dimora paradisiaca descritta in Genesi 2-3 e un comune giardino con ricca vegetazione. Si tratta di una dimora con caratteristiche terrene, analoga a un giardino di delizie. Altro sarà il valore di parádeisos nel quadro neotestamentario. In tutti i casi - come già visto dai testi sopracitati - il parádeisos presenta un carattere trascendente per il quale non vi è corrispondenza alcuna con coordinate geografiche terrestri. Quando invece il NT intende designare un giardino ‘terreno’ - un giardino di piante e varia vegetazione – adotta, in luogo di parádeisos, il termine kēpos, come si vedrà in seguito.


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