contributi
Collectio
«Praesidium Assisiense»
E’
una collana di testi teologici che, assumendo a fondamento la rivelazione
biblica del Nome divino, procede ad una rivisitazione di tematiche bibliche e
teologiche. Caratteristica specifica della Collana è quella di associare
l’impegno scientifico con l’impegno di approfondimento spirituale. A cura di
Francesco Bindella.
[I testi possono essere richiesti all’indirizzo: ilpresidio@libero.it]
Francesco Bindella
LA RIVELAZIONE
DEL NOME DIVINO
«SUL ROVETO»
Annuncio di
Escatologia
Fondamento di
Ecumenismo
________________________________________________
Saggio
ermeneutico su Lc 20,37-38 in
rapporto a Es 3,14
ed estensioni
teologico-spirituali concernenti la Cristologia
Collectio «Praesidium Assisiense» N. 1
Ed. Alone,
Montefranco 1993, pp. 286, € 30
_____________________________________
Sintesi
Radicando
biblicamente la riflessione, l’opera propone una interpretazione
sostanzialmente innovativa sul tema del Nome divino, in uno sforzo costante di
sintesi tra esegesi e spiritualità.
L'itinerario di riflessione muove
dal testo di Lc 20,27-28 in
base al quale il 'roveto' - e quindi la rivelazione su di esso avvenuta: il
Nome divino - sarebbe argomento probante in rapporto al mistero di
resurrezione. Un'approfondita riflessione sul tema del Nome porta alla luce le
ragioni di tale argomentazione. L'opera procede nella scoperta delle ineffabili
intenzionalità presenti nella rivelazione del Nome, il Nome stesso nel quale
Cristo ipostaticamente si identificherà, ponendosi in tal modo a fondamento del
mistero di resurrezione e dell"Ut Unum Sint'.
Attestati
sull’Opera
«...
Ho potuto apprezzare la vastità dell'analisi da Lei condotta in ambiti diversi
e con metodologie complementari.
Il
percorso sviluppato e le numerose illuminazioni che esso offre mi hanno molto
interessato e ritengo che avranno una fecondità nell'approfondimento del rapporto
tra il mistero di Dio e il mistero della resurrezione.
Mentre
Le auguro di poter continuare con frutto la Sua attività di ricerca, a servizio
della Chiesa tutta, profitto dell'occasione per porgerLe distinti ossequi»
+ Card. Joseph
Ratzinger, Prefetto della S. Congregazione per la Dottrina della Fede; Città del Vaticano, 20.12.'93.
«...
Tesi sul Nome divino, frutto di una lunga ricerca. Desidero congratularmi
non solo per la non facile scelta della tematica, ma pure per lo sforzo di
collegare Bibbia e Spiritualità. Con
i migliori auguri di ogni bene per il futuro cammino!».
+ Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo
di Milano; Milano 16.3.'93.
«...
Una impegnata ricerca, minuziosa e costante che si evidenzia per la sua
obiettività. Un prezioso frutto esegetico testuale, con confronto e convergenze,
come felice aiuto e contributo per la spiritualità biblica, ad edificazione singolare
...».
+
Mons. Pietro Canisio Van Lierde, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per
la Città del Vaticano; Città del Vaticano 29.7.'93.
«...
E' una ricerca originale e molto interessante, coraggiosa perfino!».
+
Mons. Antonio Ambrosanio, già
Arcivescovo di Spoleto e Norcia e Presidente della C.E.U.; Spoleto
16.7.'93.
«Si
tratta indubbiamente di un lavoro originale, ben condotto ed anche 'sollecitante'.
E' un notevole sforzo di riappacificare Bibbia e Spiritualità talvolta camminanti
per sentieri diversi».
Mons.
Settimio Cipriani, Preside Emerito della Pontificia Facoltà
Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli.
«Mi
complimento per il bel lavoro che unisce vasta erudizione nell'analisi a
efficace capacità di sintesi teologica e spirituale. Con i migliori auguri,
nel Nome tre volte santo!».
Prof. D. Bruno Forte, Decano della
Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli.
«Buona,
convincente ed originale la Metodologia d'indagine».
Prof.
D. Antonio Pitta, Professore di Metodologia al Pontificio
Istituto Biblico di Roma.
Recensione di Mons. Luigi Sartori
Presidente Emerito dell'Associazione Teologica
Italiana
Studia
Patavina 41 (1994) 721-722.
Il volume riproduce sostanzialmente la dissertazione
per il dottorato in Teologia conseguito dall'Autore presso la Facoltà Teologica
dell'Italia Meridionale (Napoli) sotto la direzione del biblista S. Cipriani.
Il sottotitolo esplicita il punto focale della
ricerca: Saggio ermeneutico se Lc 20,37-38 in rapporto a Es 3,14.
In effetti l'A. intende fare un lavoro di ermeneutica più che di esegesi nel senso dei tradizionali
metodi storico-critici; più che sull'analisi diacronica dei passi, egli punta
sulla luce che scaturisce dal confronto sincronico dei testi fondato sulla
'analogia biblica' e perciò contando al massimo sul valore della 'ispirazione'
che dà unità e profondità abissali alla Bibbia.
Il punto di partenza è l'impasse che sembra
imprigionare gli esegeti (da S. Girolamo a tutti i moderni) di fronte al testo
di Lc 20,37-38, nel quale Gesù si appella alla rivelazione di Mosè 'sul roveto'
quanto al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe («Dio non di morti ma di
viventi») come prova della resurrezione dei morti in polemica coi Sadducei.
Bindella ritiene invece che occorra prendere in
considerazione tutto il testo e contesto (gli esegeti limitano l'attenzione al
parallelo di Es 3,6), soprattutto il suo punto culminante (Es 3,14) che sta
nella rivelazione del Nome divino più misterioso e profondo: IO SONO (Io sono
chi / colui che sono). Nome che si eleva come novità assoluta sugli altri e al quale gli altri (nemmeno quello di
Jahwè) possono essere ridotti ed assimilati. E' questo nome a dare fondamento
alla forza di resurrezione del Kyrios, alla certezza che Dio è il Vivente e il
garante e donatore della vita (Dio di viventi). Il parallelo con Gesù, il
Risorto che vivifica, e che addirittura rivendica per sè proprio l''Io sono' di
Es 3,14, diventa perciò centrale ed illuminante per tutta la Cristologia ed
investe anche la spiritualità che può e deve essere lanciata in orizzonti di
maggior coraggio nel segno della nuova
Pentecoste per la Chiesa e per il mondo.
Il breve riassunto che qui ne diamo banalizza un pò il
valore del libro: in questo si ammira una stupefacente abilità di utilizzo di
ogni tipo di risorsa (filologica, grammaticale, logica, retorica ...) per
riuscire a penetrare veramente dentro il senso biblico.
E poi appaiono straordinarie la ricchezza dei
confronti e la minuziosità delle analisi. Forse il lavoro si presenta
addirittura esuberante tale da far sospettare, di prima impressione, pretese di
forza 'dimostrativa' in eccesso, per giungere a certezze che non lascino posto
ad oscurità, ad opinabilità, ad un 'oltre' di mistero, anche trattando del Mistero.
Eppure la 'razionalità' estrema l'A. intende renderla disponibile e a servizio
di una fede altrettanto estrema, fede radicale fino all'apertura dell'esperienza
mistica.
Bisogna dargli atto: egli riesce a far funzionare al
massimo la sua 'ratio theologica'
senza mai uscire dal discorso di fede, stimolando anzi questa a toccare vertici
esaltanti. Gli dobbiamo perciò grande riconoscenza, e non solo ammirazione.
Indice
Introduzione
P a r
t e Iª
SAGGIO
ERMENEUTICO SU LUCA
20, 37-38
Status quaestionis sul problema ermeneutico
posto dal testo di Luca e
paralleli sinottici
§ 1. Introduzione
§ 2. L'interpretazione nella tradizione (cenni)
§ 3. Bilancio conclusivo
§ 4. Accostamento al testo
S e z
i o n e Iª
Il V. 37
Configurazione strutturale
soggiacente
Capitolo Iº
IL ROVETO E MOSE' [v. 37a]
§ 1. 'Il roveto' quale tema centrale e fondamento
alla rivelazione del mistero di
morte-resurrezione
§ 2. Mosè interprete della rivelazione 'sul
roveto'
Capitolo
II°
«DIRE SIGNORE IL DIO D'ABRAMO..»
LA 'corrispondenza' enunciata
da Mosè' e il suo significato
dal punto di vista dei Nomi
divini veterotestamentari [v. 37b]
§ 1. Le due estensioni logiche parallele
- sulla corrispondenza stabilita da hōs e
- sul fondamento del 'roveto
§ 2. Significato del 'divenire' enunciato nel v.
37b
e sua lettura alla luce dei nomi divini
veterotestamentari
Capitolo III°
LA DENOMINAZIONE «DIO DI
ABRAMO E DIO DI ISACCO
E DIO DI GIACOBBE» IN
RAPPORTO AL CONTESTO
§ 1. Abramo, Isacco, Giacobbe: un'elezione 'nel nome'
Excursus
I.
Il Nome ed il suo significato biblico
II.
Il mutamento / imposizione di nome ad un eletto
da parte di Dio nella Scrittura: ricerca di
significato
III. Economia 'organica' e non democratica
dell'alleanza
§ 2. Il mutamento di nome di Abramo e il valore
di fondazione
ad esso associato, in prospettiva escatologica
§ 3. L' imposizione di nome di Isacco
§ 4. Il mutamento di nome di Giacobbe e il valore
di fondazione
ad
esso associato
§ 5. Il mutamento di nome alla 'città' oggetto
della promessa di
eredità per la 'triade': fondazione di
rigenerazione per tutti i
popoli (segnatamente) pagani
Capitolo
IVº
IL 'DIO D'ABRAMO' NEL V.T.:
ELOHÎM
'MORTIFICATORE-VIVIFICATORE'
§ 1. La dialettica della
'mortificazione-vivificazione'
§ 2. ELOHÎM 'spirito dei morti'
Capitolo
V°
LA DENOMINAZIONE 'KYRIOS' IN
RAPPORTO AL CONTESTO
E CONCLUSIONI SUL V. 37
B
§ 1. KYRIOS: titolo di resurrezione
§ 2. Conclusioni sintetiche sul v. 37 78
§ 3. Spunti ermeneutici particolarmente
significativi
S e z
i o n e IIª
Il V. 38
Capitolo
I°
LA DEFINIZIONE «DIO NON E' DI
MORTI MA DI VIVENTI»
quale riespressione e sviluppo
ermeneutico del Nome divino 'sul roveto' rivelato
§ 1. La definizione quale 'clef-sentence' in rapporto al 'roveto'
§ 2. Caratteristiche della definizione in
rapporto al Nome divino
§ 3. Corrispondenza della definizione alla
radice-‘ELŌHÎM
espressa nella categoria
dell'Essere
Capitolo
II°
TITOLI E ATTIVITA'
DEL NOME DIVINO 'SUL ROVETO' RIVELATO
desumibili dalla definizione
«Dio non e' di morti ma di viventi»
§ 1. Il Vivente: ’EL HAJ
§ 2. Il Vivificante
Capitolo
III°
IL 'VIVENTE' = ’EHJEH
’AŠER ‘EHJEH
FONDAMENTO DI 'RESURREZIONE DI VITA'
§ 1. 'Vita' senza attributi
§ 2. Il Risorto = «Il Vivente»: HO ZŌN
e la 'resurrezione' = 'resurrezione
di vita'
§ 3. La struttura del v. 38
§ 4. Il riferimento ai nomi divini
§ 5. La 'resurrezione di vita'
come nominazione nel nome divino IO
SONO
P a r
t e IIª
I NOMI DIVINI ’ELŌHÎM (Theos
Abraam..) E JHWH (Kyrios)
IN RAPPORTO AL NOME DIVINO 'SUL ROVETO' RIVELATO:
’EHJEH ’AŠER ‘EHJEH
S e z
i o n e Iª
IL NOME DIVINO ’ELŌHÎM
E IL SUO VALORE TEOFANICO LIMITE
Il testo di Esodo 3,
13-15
Capitolo I°
LA 'DOMANDA DI NOME' RIVOLTA DA MOSE' AD ’ELŌHÎM
E LE SUE IMPLICAZIONI
§
1. Il limite ermeneutico della sua
giustificazione
con la sola fonte redazionale
§
2. La domanda di Mosè e il suo valore
teologico e assoluto:
’ELŌHÎM, nome ... insoddisfacente
Capitolo
II°
IL NOME DIVINO ’ELŌHÎM E GLI ELEMENTI
DI STRUTTURA DELLA SUA MANIFESTAZIONE
la struttura duale complem. associata all' impronta
divisoria
§
1. L'impronta di creazione di ’ELŌHÎM a livello antropologico
§
2. L'impronta di creazione di ’EL / 'Hypsistos'
in 'tutte le sue opere'
§
3. L'impronta di creazione di ’ELŌHÎM in base a Gn 1,1-8
§
4. La risposta 'di ’ELŌHÎM all'enigma dei sogni del
Faraone
§
5. L'impronta divisoria di ’ELŌHÎM nel 'segno' dell'alleanza:
la circoncisione
§
6. Bilancio conclusivo sul nome divino ’ELŌHÎM e giustificazione
'teologica' della domanda di Mosè di
un nome ad esso ulteriore
S e z
i o n e IIª
IL NOME DIVINO 'SUL ROVETO' RIVELATO
’EHJEH ’AŠER
‘EHJEH
Capitolo I°
’EHJEH ’AŠER ‘EHJEH
§
1. L'espressione informata dalla
'sillessi'
§ 2. Il Nome biblico di Dio e la sua recezione
nell'ambiente culturale
greco-ellenistico e giudaico
Capitolo
II°
PROSPETTO SINTETICO
DELLE PRINCIPALI PROPOSTE INTERPRETATIVE
§ 1.
La Iª proposta interpretativa
§ 2.
La IIª proposta interpretativa
§ 3.
La IIIª proposta interpretativa
S e z
i o n e IIIª
JHWH E ’EHJEH ’AŠER
‘EHJEH
Capitolo I°
JHWH E L' ORDINARIA ASSIMILAZIONE-RIDUZIONE
A ’EHJEH ’AŠER
‘EHJEH
§ 1. Significato di JHWH
§ 2. L'ordinaria assimilazione di ’EHJEH
’AŠER ‘EHJEH a JHWH
(e viceversa)
Capitolo II°
IL NECESSARIO DISCERNIMENTO
TRA ’EHJEH ’AŠER
‘EHJEH E JHWH
§
1. Il proprio della rivelazione del
Nome
concerne la prima persona del verbo hajah
§
2. La prima e la terza persona dal
punto di vista dell'analisi linguistica
§
3. La temûnah di JHWH ossia l'aspetto visivo-obiettivo
proprio della sua manifestazione a Mosè
§
4. La conoscenza del Nome in prima
persona
quale evento di relazione tra ’ELŌHÎM e Mosè
§
5. La formula ’ANÎ’ - HÛ e la sua
corrispondenza
con i nomi divini ’EHJEH ’AŠER ‘EHJEH e JHWH
§
6. Le due riprese del Nome divino e
l'investitura di Mosè
Capitolo
III°
IL DISCERNIMENTO IMPOSTO DAL
TESTO DI Es 6, 2ss
§ 1.
JHWH nome già noto
§ 2.
Il testo di Es 6, 2ss
§ 3.
La nostra proposta interpretativa sul testo di Es 6, 2 ss
§ 4.
Bilancio conclusivo e raccordo con il testo di Luca
P a r
t e
IIIª
IL NOME DIVINO ’EHJEH ’AŠER ‘EHJEH FONDAMENTO
AL MISTERO DI MORTE-RESURREZIONE
S e z
i o n e Iª
LA RAGIONE ERMENEUTICA RADICALE
SECONDO LA NOSTRA PROPOSTA INTERPRETATIVA
Capitolo
I°
LA LETTURA INTERPRETATIVA DA NOI PROPOSTA
§
1. Premesse
§ 2. I
termini della nostra proposta interpretativa
§ 3. Sul concetto di 'Voce'; la Voce e la
sua risonanza
§ 4. La Voce e il medium di risonanza
§ 5. Assimilazione litica del medium: s_meion antilegomenon
§ 6. Il radicamento del mistero di
'morte-resurrezione'
nel Nome divino 'sul roveto'
rivelato
§ 7. Aspetti significativi dell'espressione ’EHJEH
’AŠER ‘EHJEH
punto di vista strutturale-formale
Capitolo II°
IL MISTERO DI MORTE-RESURREZIONE
ALLA LUCE DEL CONCETTO DI 'VOCE'
§ 1. La 'Voce' quale termine essenziale di
identificazione
del Risorto-IO SONO
§
2. L'emissione della 'voce grande' (phōn¢ megal¢) connessa
al mistero di morte, natura divina (di Cristo) e
resurrezione
§ 3. La manifestazione dello Spirito Santo
alla Pentecoste quale
manifestazione della 'Voce' di
cui il Risorto è soggetto di effusione
§ 4.
La prerogativa ecumenica della Voce di richiamo e
unificazione delle genti in associazione
al momento 'ex-statico'
§ 5.
La resurrezione dei morti conseguente all''audizione di Voce'
§ 6.
Parola e Voce
S e z
i o n e IIª
IL NOME DIVINO NELL''AUTOESEGESI' DI GESU'
E CONCLUSIONI
Capitolo I°
GESU'- EGŌ EIMI
(IO SONO)
§ 1. L' EGŌ
EIMI allusivo ed inclusivo del
mistero
di
morte-resurrezione
§ 2. Altri testi relativi all'identificazione di
Gesù nell'IO SONO
§ 3. Le identificazioni di Gesù nell'EGŌ EIMI in
forma predicativa
Capitolo
II°
RACCORDO CONCLUSIVO
CON IL TESTO DI LC 20, 37-38
§ 1. Rilettura in chiave cristologica
§
2. Conclusione
Sezione
Supplementare
LA CRISTOLOGIA ALLA LUCE DELL''IO SONO'
Saggi di applicazione ermeneutica
I. LA MANIFESTAZIONE DEL RISORTO-IO SONO
SULLA 'SPONDA' (AIGHIALOS)
II. LA MANIFESTAZIONE DEL RISORTO-IO SONO
NELL'«ALTRA FORMA»
[EN ETERA(I) MORPHĒ (I)]
III. LA KENOSIS
E IL DONO DEL NOME, «QUELLO STESSO CHE
E' AL DI SOPRA DI OGNI ALTRO NOME»
Conclusione
generale
Bibliografia
Dall’
Introduzione
1. E' un tema arduo quello che ci apprestiamo ad accostare e un
testo 'difficile' - Lc 20, 37-38 - quello che ci disponiamo a considerare come
punto di partenza, d'arrivo, e di costante riferimento nella elaborazione
concettuale e nella definizione della nostra proposta interpretativa
concernente, fondamentalmente, il Nome divino. Su tal testo, infatti, non
avremmo soffermato il nostro sguardo con particolare attenzione, se non perché,
prima di esso, già da tempo dediti ad una riflessione di carattere ermeneutico
sul tema del Nome divino, in base alla
pericope del 'roveto'.
Un
senso di discreto e rinnovato stupore -
possiamo dichiarare - ha accompagnato in
tutto il suo arco la nostra riflessione,
specialmente alla considerazione che le linee interpretative che venivamo
lentamente elaborando a riguardo di Es
3, 14, con un senso di trepida cautela per aspetti
inusuali rispetto all'esegesi tradizionale, venivano a trovare nel testo di
Luca (e paralleli sinottici) progressiva conferma ed ampio arricchimento.
Prendeva forza conseguentemente in noi l'opinione che detto testo, nonostante
le generali perplessità dell'esegesi e le sorprendenti denunce di 'ambiguità'
da parte di pur autorevolissimi autori (come S. Girolamo) potesse rappresentare
la vera, diretta ripresa ermeneutica della rivelazione veterotestamentaria sul
Nome divino, da parte di Gesù.
A
compimento della ricerca sin qui prodotta, nella costante rielaborazione dei
contenuti e nella verifica delle 'aperture' ermeneutiche - di cui si darà un
pur piccolo saggio - dovremmo dire che tale opinione si è in noi ampiamente
confermata e corroborata.
2. L'impegno principale della presente ricerca - come dalla
esplicitazione del sottotitolo - sarebbe pertanto di carattere ermeneutico sul
tema posto dal testo di Luca e relativo alla connessione del mistero di
resurrezione con il 'roveto' e alla sua giustificazione.
La
caratterizzazione ermeneutica, più che strettamente 'esegetica',
appartiene al progetto proprio della
presente dissertazione, con evidenti conseguenze per la Metodologia. Tale caratterizzazione -
specie in rapporto al testo di Lc 20, 37-38 - passerà tuttavia,
necessariamente, per l'esegesi testuale.
La ricerca, poi, di giustificazioni logico-interne al testo, comporterà una
costante attenzione rivolta all'unità semantica e semiotica rappresentata dal
'roveto' nel suo aspetto di centralità in rapporto alle argomentazioni logiche
e di fondamento in rapporto alle possibili estensioni ermeneutiche.
3. Spirituali
moderni si sono soffermati
sul rilievo di un
pratico regime di separazione ovvero di 'divorzio' tra
esegesi e spiritualità', nella facile ... ‘egestas’
esegetico-critica degli spirituali, non meno che nella (meno prevedibile) ‘egestas’
ermeneutica degli esegeti, spesso paradossalmente marcata in proporzione
dell'iperspecializzazione critico-testuale.
(Un'eccellente esegesi testuale - come è stato detto - può benissimo
essere “metodologicamente atea”: J. Borella).
Nel
pensiero e nel progetto di tale ricerca, abbiamo tenuto presente tale possibile
(e talvolta effettuale) dilemma, proponendoci, per quanto a noi
possibile, il costante raccordo, il diretto - e peraltro dovuto - ordinamento
dei risultati dell'esegesi del testo a tutto vantaggio di una 'ermeneutica
della Parola'. Il mutuo arricchimento, la complementarietà', se non addirittura
il connaturale connubio tra esegesi e
spiritualità', non dovrebbero peraltro essere impossibili nei
presupposti di un' ermeneutica della Parola informata ... dall' ermeneutica del
Nome.
4. L' impostazione metodologica - possiamo facilmente presumere - potrà
rappresentare l'aspetto più atipico della presente ricerca, specie se posto in diretto
raffronto con i canoni della metodologia esegetica in senso stretto. Sarà evidente, infatti, per l'esegeta, il
netto prevalere di una metodologia di
tipo sincronico nell' accostamento e nella interpretazione dei testi biblici,
congiunta ad una costante attenzione di tipo semiotico senza entrare, d'altra
parte, in problematiche di tipo testuale - spesso assai spinose - relative
all'esatta collocazione storica dei testi e alla loro composizione letteraria.
Tale
il limite della presente ricerca; limite previsto e preconcepito, e
consequenziale a quel progetto che, come struttura profonda, ne sottende da un
capo all'altro la tessitura: l'intento, o quanto meno lo sforzo, di mantenere
la nostra esegesi sensibile e costitutivamente
aperta sul fronte della spiritualità, intento di salvaguardare e promuovere
costantemente armonia e reciproca osmosi tra Bibbia e Teologia Spirituale,
di rendere omaggio ... e giustizia, al
loro dovuto, connaturale connubio.
5. Per quanto concerne la struttura interna, l'opera è stata concepita come un tutto
organico in progressivo accrescimento e
in costante raccordo interno sui livelli nuovi, via via conseguiti.
Le
tre sezioni principali, più la sezione supplementare, si sono intese informare,
pertanto, non solo di un ordine di
successione logica lineare, ma pure di un movimento circolatorio ad evoluzione
ascensionale, tale da consentire facilmente, da un lato, il ritorno su stadi di
sviluppo antecedenti e la verifica di quei presupposti alla luce delle nuove aperture di campo; d'altro lato, la ripresa dei motivi
precedentemente ed
embrionalmente enunciati, in un moto di spinta verso accrescimenti e
sviluppi più maturi, pur sempre in
intima integrazione e osmosi con gli spunti precedenti. In tal senso si dispongono i frequenti rimandi interni,
tali da significare le interne, reciproche connessioni.
6. In modo sintetico e programmatico, diremo che il nostro itinerario di
riflessione, sarà relativo
- al testo di Luca, innanzitutto:
Parte Ia;
- in connessione con il testo di
Es 3, 14: Parte IIa;
in una confluenza sintetica e, ad un tempo estensiva rispetto
alle pri-me due Parti, che ci introdurrà
ad una
- riconsiderazione della
Cristologia alla luce del Nome divino 'sul roveto' rivelato e al riconoscimento
del testo di Luca quale forma propria, seppure velata, di autoesegesi da parte
di Gesù: Parte IIIa.
Farà seguito una 'Sezione supplementare' nella quale si
porranno a frutto i risultati precedentemente conseguiti.
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