giovedì 11 dicembre 2014

I - Publicações da Associação IL Presidio - Centro Studi




Teologia e Spiritualità
del “Presidio”


contributi


Collectio  «Praesidium Assisiense»

            E’ una collana di testi teologici che, assumendo a fondamento la rivelazione biblica del Nome divino, procede ad una rivisitazione di tematiche bibliche e teologiche. Caratteristica specifica della Collana è quella di associare l’impegno scientifico con l’impegno di approfondimento spirituale. A cura di Francesco Bindella.


[I testi  possono essere richiesti all’indirizzo: ilpresidio@libero.it]




Francesco Bindella

LA RIVELAZIONE
DEL  NOME  DIVINO
«SUL  ROVETO»
   
Annuncio  di  Escatologia
Fondamento  di  Ecumenismo
________________________________________________

Saggio ermeneutico su Lc 20,37-38 in rapporto a Es 3,14
ed estensioni teologico-spirituali concernenti la Cristologia



Collectio «Praesidium Assisiense» N. 1
Ed. Alone, Montefranco 1993, pp. 286, 30
_____________________________________


Sintesi

            Radicando biblicamente la riflessione, l’opera propone una interpretazione sostanzialmente innovativa sul tema del Nome divino, in uno sforzo costante di sintesi tra esegesi e spiritualità.
            L'itinerario di riflessione muove dal testo di Lc 20,27-28 in base al quale il 'roveto' - e quindi la rivelazione su di esso avvenuta: il Nome divino - sarebbe argomento probante in rapporto al mistero di resurrezione. Un'approfondita riflessione sul tema del Nome porta alla luce le ragioni di tale argomentazione. L'opera procede nella scoperta delle ineffabili intenzionalità presenti nella rivelazione del Nome, il Nome stesso nel quale Cristo ipostaticamente si identificherà, ponendosi in tal modo a fondamento del mistero di resurrezione e dell"Ut Unum Sint'.


   Attestati sull’Opera

               «... Ho potuto apprezzare la vastità dell'analisi da Lei condotta in ambiti diversi e con metodologie comple­mentari.
               Il percorso sviluppato e le numerose illuminazioni che esso offre mi hanno molto interessato e ritengo che avranno una fecondità nell'appro­fondimento del rapporto tra il mistero di Dio e il mistero della resurrezio­ne.
               Mentre Le auguro di poter continuare con frutto la Sua attività di ricerca, a servizio della Chiesa tutta, profitto dell'occasio­ne per porgerLe distinti osse­qui»

               +  Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della S. Congregazione per la Dottrina della Fede; Città del Vaticano, 20.12.'93.

               «... Tesi sul Nome divino, frutto di una lunga ricerca. Desi­dero congra­tu­lar­mi non solo per la non facile scelta della tematica, ma pure per lo sforzo di collegare Bibbia e Spiri­tua­li­tà.  Con i migliori auguri di ogni bene per il futuro cam­mi­no!».

               +  Card. Carlo Maria Martini, Arcive­scovo di Milano; Milano 16.3.'93.

               «... Una impegnata ricerca, minuziosa e costante che si evidenzia per la sua obiettività. Un prezioso frutto esegetico testuale, con confronto e convergen­ze, come felice aiuto e contributo per la spiritualità biblica, ad edifica­zione singolare ...».

               + Mons. Pietro Canisio Van Lierde, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano; Città del Vaticano 29.7.'93.

               «... E' una ricerca originale e molto interessante, coraggiosa perfino!».

               + Mons. Antonio Ambrosanio, già  Arcivesco­vo di Spoleto e Norcia e Presidente della C.E.U.; Spoleto 16.7.'93.

               «Si tratta indubbiamente di un lavoro originale, ben condot­to ed anche 'solleci­tante'. E' un notevo­le sforzo di riappa­cificare Bibbia e Spiri­tualità tal­volta cammi­nanti per sentie­ri diver­si».

               Mons. Settimio Cipriani, Preside Emerito della Pontifi­cia Facoltà Teologi­ca dell'Italia Meridionale di Napoli.
              
               «Mi complimento per il bel lavoro che unisce vasta eru­dizio­ne nell'a­nalisi a efficace capacità di sintesi teologi­ca e spiri­tua­le. Con i migliori auguri, nel Nome tre volte santo!».

                Prof. D. Bruno Forte, Decano della Pontificia Facoltà Teologi­ca dell'Italia Meri­dionale di Napoli.

               «Buona, convincente ed originale la Metodolo­gia d'inda­gi­ne».

               Prof. D. Anto­nio Pitta, Profes­sore di Metodo­logia al Pontificio Istituto Biblico di Roma.

Recensione di Mons. Luigi Sartori
Presidente Emerito dell'Associazione Teologica Italiana
Studia Patavina 41 (1994) 721-722.
              
               Il volume riproduce sostanzialmente la dissertazione per il dottorato in Teologia conseguito dall'Autore presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (Napoli) sotto la direzione del biblista S. Cipriani.
               Il sottotitolo esplicita il punto focale della ricerca: Saggio ermeneutico se Lc 20,37-38 in rapporto a Es 3,14. In effetti l'A. intende fare un lavoro di ermeneutica  più che di esegesi nel senso dei tradizionali metodi storico-critici; più che sull'analisi diacronica dei passi, egli punta sulla luce che scaturisce dal confronto sincroni­co dei testi fondato sulla 'analogia biblica' e perciò contando al massimo sul valore della 'ispirazio­ne' che dà unità e profondità abissali alla Bibbia.
               Il punto di partenza è l'impasse che sembra imprigionare gli esegeti (da S. Girolamo a tutti i moderni) di fronte al testo di Lc 20,37-38, nel quale Gesù si appella alla rivelazione di Mosè 'sul roveto' quanto al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe («Dio non di morti ma di viventi») come prova della resurrezione dei morti in polemica coi Sadducei.
               Bindella ritiene invece che occorra prendere in considerazio­ne tutto il testo e contesto (gli esegeti limitano l'attenzione al parallelo di Es 3,6), soprattutto il suo punto culminan­te (Es 3,14) che sta nella rivelazione del Nome divino più misterioso e profondo: IO SONO (Io sono chi / colui che sono). Nome che si eleva come novità assoluta sugli altri e al quale gli altri (nemmeno quello di Jahwè) possono essere ridotti ed assimilati. E' questo nome a dare fonda­mento alla forza di resurrezione del Kyrios, alla certezza che Dio è il Vivente e il garante e donatore della vita (Dio di viventi). Il parallelo con Gesù, il Risorto che vivifica, e che addirittura rivendica per sè proprio l''Io sono' di Es 3,14, diventa perciò centrale ed illuminante per tutta la Cristologia ed investe anche la spiritualità che può e deve essere lanciata in orizzonti di maggior coraggio nel segno della nuova Pentecoste per la Chiesa e per il mondo.

               Il breve riassunto che qui ne diamo banalizza un pò il valore del libro: in questo si ammira una stupefacente abilità di utilizzo di ogni tipo di risorsa (filologica, grammaticale, logica, retorica ...) per riuscire a penetrare veramente dentro il senso biblico.
               E poi appaiono straordinarie la ricchezza dei confronti e la minuzio­sità delle analisi. Forse il lavoro si presenta addirittura esuberante tale da far sospettare, di prima impressione, pretese di forza 'dimostrativa' in eccesso, per giungere a certezze che non lascino posto ad oscurità, ad opinabilità, ad un 'oltre' di mistero, anche trattando del Mistero. Eppure la 'razionalità' estrema l'A. intende renderla disponibile e a servizio di una fede altrettanto estrema, fede radicale fino all'apertu­ra dell'esperien­za mistica.
               Bisogna dargli atto: egli riesce a far funzionare al massimo la sua 'ratio theologica' senza mai uscire dal discorso di fede, stimolando anzi questa a toccare vertici esaltanti. Gli dobbiamo perciò grande riconoscenza, e non solo ammirazio­ne.



 Indice

Introduzione                                                                             
P a r t e   Iª
SAGGIO  ERMENEUTICO  SU  LUCA  20, 37-38

Status quaestionis  sul problema ermeneutico
posto dal testo di Luca e paralleli sinottici 
§ 1.   Introduzione                                                                      
§ 2.   L'interpretazione nella tradizione  (cenni)                                   
§ 3.   Bilancio conclusivo                                                               
§ 4.   Accostamento al testo                                                          

S e z i o n e  Iª
Il  V.  37
Configurazione strutturale soggiacente                             
 
  Capitolo  Iº
IL ROVETO E MOSE'  [v. 37a]                                                     
§ 1.   'Il roveto' quale tema centrale e fondamento
        alla rivelazione del mistero di morte-resurrezione                         
§ 2.   Mosè interprete della rivelazione 'sul roveto'                                

  Capitolo II°
«DIRE SIGNORE IL DIO D'ABRAMO..»
LA 'corrispondenza' enunciata da Mosè' e il suo significato
dal punto di vista dei Nomi divini veterotestamentari  [v. 37b]      
§ 1.   Le due estensioni logiche parallele
        - sulla corrispondenza stabilita da hōs e
        - sul fondamento del 'roveto                                                   
§ 2.   Significato del 'divenire' enunciato nel v. 37b
        e sua lettura alla luce dei nomi divini veterotestamentari                

  Capitolo  III°
LA DENOMINAZIONE «DIO DI ABRAMO E DIO DI ISACCO
E DIO DI GIACOB­BE» IN RAPPORTO AL CONTESTO                 
§ 1.   Abramo, Isacco, Giacobbe:  un'elezione 'nel nome'                        
   Excursus
   I.   Il Nome ed il suo significato biblico                                          
   II.  Il mutamento / imposizione di nome ad un eletto
         da parte di Dio nella Scrittura: ricerca di significato                      
   III. Economia 'organica' e non democratica dell'alleanza                       
§ 2.   Il mutamento di nome di Abramo e il valore di fondazione
          ad esso associato,  in prospettiva escatologica                             
§ 3.   L' imposizione di nome di Isacco                                             
§ 4.   Il mutamento di nome di Giacobbe e il valore di fondazione
         ad esso associato                                                                
§ 5.   Il mutamento di nome alla 'città' oggetto della promessa di
          eredità per la 'triade': fondazione di rigenerazione per tutti i                        
          popoli (segnatamente) pagani                                                  

  Capitolo IVº
IL 'DIO D'ABRAMO' NEL V.T.:
ELOHÎM 'MORTIFICATORE-VIVIFICATORE'                            
§ 1.    La dialettica della 'mortificazione-vivificazione'                           
§ 2.   ELOHÎM  'spirito dei morti'                                                

  Capitolo V°
LA DENOMINAZIONE 'KYRIOS' IN RAPPORTO AL CONTE­STO
E CON­CLUSIONI SUL V. 37 B                                                    
§ 1.   KYRIOS: titolo di resurrezione                                               
§ 2.   Conclusioni sintetiche sul v. 37 78
§ 3.   Spunti ermeneutici particolarmente significativi                            


S e z i o n e   IIª 
Il V. 38 

  Capitolo I°
LA DEFINIZIONE «DIO NON E' DI MORTI MA DI VIVENTI»
quale riespressione e sviluppo ermeneutico del Nome divino 'sul roveto' rivelato                                                                      

§ 1.    La definizione quale 'clef-sentence' in rapporto al 'roveto'               
§ 2.   Caratteristiche della definizione in rapporto al Nome divino            
§ 3.    Corrispondenza della definizione alla radice-‘ELŌHÎM
           espressa nella categoria dell'Essere                                          

  Capitolo II°
TITOLI E ATTIVITA'
DEL NOME DIVINO 'SUL ROVETO' RIVELATO
desumibili dalla definizione «Dio non e' di morti ma di viventi»        

§ 1.   Il Vivente: EL HAJ                                                          
§ 2.  Il Vivificante                                                                    

  Capitolo III° 
IL 'VIVENTE' =  ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH   
FONDAMENTO DI 'RESURREZIONE DI VITA'                            
§ 1.   'Vita' senza attributi                                                             
§ 2.   Il Risorto = «Il Vivente»: HO ZŌN
          e la 'resurrezione' = 'resurrezione di vita'                                   
§ 3.   La struttura del v. 38                                                          
§ 4.   Il riferimento ai nomi divini                                                  
§ 5.   La 'resurrezione di vita'
          come nominazione nel nome divino IO SONO                           

P a r t e   IIª
I  NOMI  DIVINI ’ELŌHÎM  (Theos Abraam..)  E  JHWH  (Kyrios)
IN RAPPORTO AL NOME DIVINO 'SUL ROVETO'  RIVE­LA­TO:  ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH

S e z i o n e   Iª
IL NOME DIVINO ’ELŌHÎM
E IL SUO VALORE TEOFANICO LIMITE

Il testo di Esodo 3, 13-15                                                             

  Capitolo  I°
LA 'DOMANDA DI NOME' RIVOLTA DA MOSE' AD ’ELŌHÎM  
E LE SUE IMPLICAZIONI                                                       
§ 1.    Il limite ermeneutico della sua giustificazione
          con la sola fonte redazionale                                                     
§ 2.   La domanda di Mosè e il suo valore teologico e assoluto:
         ’ELŌHÎM, nome ... insoddisfacente                                           

  Capitolo II°
IL NOME DIVINO ’ELŌHÎM E GLI ELEMENTI
DI  STRUTTU­RA DELLA SUA MANIFE­STAZIO­NE
la struttura duale complem. associa­ta all' impron­ta divisoria        

§ 1.   L'impronta di creazione di ’ELŌHÎM a livello antropolo­gico             
§ 2.   L'impronta di creazione di ’EL  / 'Hypsistos' in  'tutte le sue opere'      
§ 3.   L'impronta di creazione di ’ELŌHÎM in base a Gn 1,1-8                 
§ 4.   La risposta 'di ’ELŌHÎM all'enigma dei sogni del Faraone               
§ 5.   L'impronta divisoria di ’ELŌHÎM nel 'segno' dell'allean­za:
          la circoncisione                                                                     
§ 6.  Bilancio conclusivo sul nome divino ’ELŌHÎM e giustificazione                  
         'teologica' della domanda di Mosè di un nome ad esso ulteriore          

S e z i o n e  IIª
IL NOME DIVINO 'SUL ROVETO' RIVELATO
’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH
       
  Capitolo  I°
’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH
§ 1.    L'espressione informata dalla 'sillessi'                                          
§ 2.   Il Nome biblico di Dio e la sua recezione nell'ambiente culturale
         greco-ellenistico e giudaico                                                  

  Capitolo II°
PROSPETTO SINTETICO
DELLE PRINCIPALI PROPOSTE INTERPRETATIVE                  
§ 1.           La Iª proposta interpretativa                                                    
§ 2.          La IIª proposta interpretativa                                                   
§ 3.          La IIIª proposta interpretativa                                                   

S e z i o n e   IIIª
JHWH  E  ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH 

  Capitolo  I°
JHWH E L' ORDINARIA ASSIMILAZIONE-RIDUZIONE
A ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH
§ 1.    Significato di JHWH                                                         
§ 2.   L'ordinaria assimilazione di ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH a JHWH                  
         (e viceversa)                                                                  

  Capitolo  II° 
IL NECESSARIO DISCERNIMENTO
TRA ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH E JHWH                                   
§ 1.    Il proprio della rivelazione del Nome
          concerne la prima persona del verbo hajah                                 
§ 2.    La prima e la terza persona dal punto di vista dell'analisi linguistica    
§ 3.    La temûnah di JHWH ossia l'aspetto visivo-obiettivo
           proprio della sua manifestazione a Mosè                                     
§ 4.    La conoscenza del Nome in prima persona
           quale evento di relazione tra ’ELŌHÎM e Mosè                           
§ 5.     La formula ’ANÎ’ - HÛ e la sua corrispondenza
            con i nomi divini ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH e JHWH                   
§ 6.      Le due riprese del Nome divino e l'investitura di Mosè                     

  Capitolo III°
IL DISCERNIMENTO IMPOSTO DAL TESTO DI Es 6, 2ss                
§ 1.           JHWH  nome già noto                                                          
§ 2.          Il testo di Es 6, 2ss                                                               
§ 3.          La nostra proposta interpretativa sul testo di Es 6, 2 ss                   
§ 4.          Bilancio conclusivo e raccordo con il testo di Luca                       

P a r t e   IIIª
IL NOME DIVINO ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH FONDAMENTO
AL MISTERO DI MORTE-RESURREZIONE

S e z i o n e   Iª
LA RAGIONE ERMENEUTICA RADICALE
SECONDO LA NOSTRA PROPOSTA INTERPRETATIVA 

  Capitolo I°                                                             
LA LETTURA INTERPRETATIVA DA NOI PROPOSTA
§ 1.          Premesse                                                                           
§ 2.         I termini della nostra proposta interpretativa                                 
§ 3.        Sul concetto di 'Voce'; la Voce e la sua risonanza                         
§ 4.        La Voce e il medium di risonanza                                            
§ 5.        Assimilazione litica del medium: s_meion antilegome­non                
§ 6.        Il radicamento del mistero di 'morte-resurrezione'
                nel Nome divino 'sul roveto' rivelato                                         
§ 7.        Aspetti significativi dell'espressione ’EHJEH ’AŠER  ‘EHJEH
                punto di vista strutturale-formale                                                          

  Capitolo  II°
IL MISTERO DI MORTE-RESURREZIONE
ALLA LUCE DEL CONCETTO DI 'VOCE'
§ 1.         La 'Voce' quale termine essenziale di identificazione
                del Risorto-IO SONO                                                          
§ 2.          L'emissione della 'voce grande' (phōn¢  megal¢) connessa
                al mistero  di morte, natura divina (di Cristo) e resurrezione             
§ 3.        La manifestazione dello Spirito Santo alla Pentecoste quale
                 manifestazione della 'Voce' di cui il Risorto è soggetto di effusio­ne
§ 4.          La prerogativa ecumenica della Voce di richiamo e  
                 unificazione delle genti in associazione al momento 'ex-statico'     
§ 5.          La resurrezione dei morti conseguente all''audizione di Voce'            
§ 6.          Parola e Voce                                                                     

S e z i o n e   IIª
IL NOME DIVINO NELL''AUTOESEGESI' DI GESU'
E CONCLUSIONI

  Capitolo  I°
GESU'- EGŌ EIMI  (IO SONO)                                                 

§ 1.     L' EGŌ  EIMI allusivo ed inclusivo del mistero 
           di  morte-resurrezio­ne                                                         
§ 2.    Altri testi relativi all'identificazione di Gesù nell'IO SONO           
§ 3.    Le identificazioni di Gesù nell'EGŌ EIMI in forma predicati­va      

  Capitolo II°
RACCORDO CONCLUSIVO
CON IL TESTO DI LC 20, 3­7-38

§ 1.    Rilettura in chiave cristologica                                                 
§ 2.    Conclusione                                                                        

Sezione Supplementare
LA CRISTOLOGIA ALLA LUCE DELL''IO SONO'
Saggi di applicazione ermeneutica
                                                                   
I.    LA MANIFESTAZIONE DEL RISORTO-IO SONO
      SULLA 'SPONDA'  (AIGHIALOS)                                                
             
II.   LA MANIFESTAZIONE DEL RISORTO-IO SONO
      NELL'­«ALTRA  FORMA»  [EN ETERA(I) MORPHĒ (I)]                   
             
III.  LA KENOSIS E IL DONO DEL NOME, «QUELLO STESSO CHE               
        E' AL DI  SOPRA DI OGNI ALTRO NOME»                                 

Conclusione generale                                                                      
Bibliografia



  Dall’ Introduzione  

1.         E' un tema arduo quello che ci apprestiamo ad accostare e un testo 'difficile' - Lc 20, 37-38 - quello che ci disponiamo a considerare come punto di partenza, d'arrivo, e di costante riferimento nella elaborazione concettuale e nella definizione della nostra proposta interpretativa concernente, fondamentalmente, il Nome divino. Su tal testo, infatti, non avremmo soffermato il nostro sguardo con particolare attenzione, se non perché, prima di esso, già da tempo dediti ad una riflessione di carattere ermeneutico sul tema del  Nome divino, in base alla pericope del 'roveto'.

            Un senso di discreto e rinnovato  stupore - possiamo  dichiarare - ha accompagnato in tutto il suo arco la nostra  riflessione, specialmente alla considerazione che le linee interpretative che venivamo lentamente  elaborando a riguardo di Es 3, 14,  con  un senso di trepida cautela per aspetti inusuali rispetto all'esegesi tradizionale, venivano a trovare nel testo di Luca (e paralleli sinottici) progressiva conferma ed ampio arricchimento. Prendeva forza conseguentemente in noi l'opinione che detto testo, nonostante le generali perplessità dell'esegesi e le sorprendenti denunce di 'ambiguità' da parte di pur autorevolissimi autori (come S. Girolamo) potesse rappresentare la vera, diretta ripresa ermeneutica della rivelazione veterotestamentaria sul Nome divino, da parte di Gesù.

            A compimento della ricerca sin qui prodotta, nella costante rielaborazione dei contenuti e nella verifica delle 'aperture' ermeneutiche - di cui si darà un pur piccolo saggio - dovremmo dire che tale opinione si è in noi ampiamente confermata e corroborata.

2.         L'impegno principale della presente ricerca - come dalla esplicitazione del sottotitolo - sarebbe pertanto di carattere ermeneutico sul tema posto dal testo di Luca e relativo alla connessione del mistero di resurrezione con il 'roveto' e alla sua giustificazione.

            La caratterizzazione ermeneutica, più che strettamente 'esegetica', appartiene  al progetto proprio della presente dissertazione, con evidenti conseguenze per la Metodologia.  Tale caratterizzazione - specie in rapporto al testo di Lc 20, 37-38 - passerà tuttavia, necessariamente, per l'esegesi  testuale. La ricerca, poi, di giustificazioni logico-interne al testo, comporterà una costante attenzione rivolta all'unità semantica e semiotica rappresentata dal 'roveto' nel suo aspetto di centralità in rapporto alle argomentazioni logiche e di fondamento in rapporto alle possibili estensioni ermeneutiche.

3.         Spirituali  moderni  si sono soffermati sul  rilievo  di un  pratico regime di separazione ovvero di 'divorzio'  tra  esegesi  e  spiritualità', nella facile ... ‘egestas’ esegetico-critica degli spirituali, non meno che nella (meno prevedibile) ‘egestas’ ermeneutica degli esegeti, spesso paradossalmente marcata in proporzione dell'iperspecializzazione critico-testuale.  (Un'eccellente esegesi testuale - come è stato detto - può benissimo essere “metodologicamente atea”: J. Borella).

            Nel pensiero e nel progetto di tale ricerca, abbiamo tenuto presente tale  possibile  (e talvolta effettuale) dilemma, proponendoci, per quanto a noi possibile, il costante raccordo, il diretto - e peraltro dovuto - ordinamento dei risultati dell'esegesi del testo a tutto vantaggio di una 'ermeneutica della Parola'. Il mutuo arricchimento, la complementarietà', se non addirittura il connaturale connubio tra esegesi e  spiritualità', non dovrebbero peraltro essere impossibili nei presupposti di un' ermeneutica della Parola informata ... dall' ermeneutica del Nome.

4.         L' impostazione metodologica   - possiamo facilmente presumere - potrà rappresentare  l'aspetto  più atipico della  presente ricerca, specie se posto in diretto raffronto con i canoni della metodologia esegetica in senso stretto.  Sarà evidente, infatti, per l'esegeta, il netto prevalere di  una metodologia di tipo sincronico nell' accostamento e nella interpretazione dei testi biblici, congiunta ad una costante attenzione di tipo semiotico senza entrare, d'altra parte, in problematiche di tipo testuale - spesso assai spinose - relative all'esatta collocazione storica dei testi e alla loro composizione letteraria.

            Tale il limite della presente ricerca; limite previsto e preconcepito, e consequenziale a quel progetto che, come struttura profonda, ne sottende da un capo all'altro la tessitura: l'intento, o quanto meno lo sforzo, di mantenere la nostra esegesi sensibile  e costitutivamente aperta sul fronte della spiritualità, intento di salvaguardare e promuovere costantemente armonia e reciproca osmosi tra Bibbia e Teologia Spirituale, di  rendere omaggio ... e giustizia, al loro dovuto,  connaturale connubio.

5.         Per quanto concerne la struttura interna,  l'opera è stata concepita come un tutto organico in progressivo accrescimento  e in costante raccordo interno sui livelli nuovi, via via conseguiti.

            Le tre sezioni principali, più la sezione supplementare, si sono intese informare, pertanto, non solo di un ordine  di successione logica lineare, ma pure di un movimento circolatorio ad evoluzione ascensionale, tale da consentire facilmente, da un lato, il ritorno su stadi di sviluppo antecedenti e la verifica di quei presupposti alla luce delle  nuove aperture di campo;  d'altro lato, la ripresa dei  motivi  precedentemente  ed embrionalmente  enunciati,  in un moto di spinta verso accrescimenti e sviluppi  più maturi, pur sempre in intima integrazione e osmosi con gli spunti precedenti. In tal senso  si dispongono i frequenti rimandi interni, tali da significare le interne, reciproche connessioni.

6.         In modo sintetico e programmatico,  diremo che il nostro itinerario di riflessione,  sarà relativo
- al testo di Luca, innanzitutto: Parte Ia;
- in connessione con il testo di Es 3, 14: Parte IIa; 
in una confluenza  sintetica e, ad un tempo estensiva rispetto alle pri-me  due Parti, che ci introdurrà ad una
- riconsiderazione della Cristologia alla luce del Nome divino 'sul roveto' rivelato e al riconoscimento del testo di Luca quale forma propria, seppure velata, di autoesegesi da parte di Gesù: Parte IIIa.
       Farà seguito  una 'Sezione supplementare' nella quale si porranno a frutto i risultati precedentemente conseguiti.





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