contributi
Collectio
«Praesidium Assisiense»
E’
una collana di testi teologici che, assumendo a fondamento la rivelazione
biblica del Nome divino, procede ad una rivisitazione di tematiche bibliche e
teologiche. Caratteristica specifica della Collana è quella di associare
l’impegno scientifico con l’impegno di approfondimento spirituale. A cura di
Francesco Bindella.
[I testi possono essere richiesti all’indirizzo: ilpresidio@libero.it]
Francesco Bindella
LA RIVELAZIONE
DEL NOME DIVINO
«SUL ROVETO»
Annuncio di
Escatologia
Fondamento di
Ecumenismo
________________________________________________
Saggio
ermeneutico su Lc 20,37-38 in
rapporto a Es 3,14
ed estensioni
teologico-spirituali concernenti la Cristologia
Collectio «Praesidium Assisiense» N. 1
Ed. Alone,
Montefranco 1993, pp. 286, € 30
_____________________________________
Sintesi
Radicando
biblicamente la riflessione, l’opera propone una interpretazione
sostanzialmente innovativa sul tema del Nome divino, in uno sforzo costante di
sintesi tra esegesi e spiritualità.
L'itinerario di riflessione muove
dal testo di Lc 20,27-28 in
base al quale il 'roveto' - e quindi la rivelazione su di esso avvenuta: il
Nome divino - sarebbe argomento probante in rapporto al mistero di
resurrezione. Un'approfondita riflessione sul tema del Nome porta alla luce le
ragioni di tale argomentazione. L'opera procede nella scoperta delle ineffabili
intenzionalità presenti nella rivelazione del Nome, il Nome stesso nel quale
Cristo ipostaticamente si identificherà, ponendosi in tal modo a fondamento del
mistero di resurrezione e dell"Ut Unum Sint'.
Attestati
sull’Opera
«...
Ho potuto apprezzare la vastità dell'analisi da Lei condotta in ambiti diversi
e con metodologie complementari.
Il
percorso sviluppato e le numerose illuminazioni che esso offre mi hanno molto
interessato e ritengo che avranno una fecondità nell'approfondimento del rapporto
tra il mistero di Dio e il mistero della resurrezione.
Mentre
Le auguro di poter continuare con frutto la Sua attività di ricerca, a servizio
della Chiesa tutta, profitto dell'occasione per porgerLe distinti ossequi»
+ Card. Joseph
Ratzinger, Prefetto della S. Congregazione per la Dottrina della Fede; Città del Vaticano, 20.12.'93.
«...
Tesi sul Nome divino, frutto di una lunga ricerca. Desidero congratularmi
non solo per la non facile scelta della tematica, ma pure per lo sforzo di
collegare Bibbia e Spiritualità. Con
i migliori auguri di ogni bene per il futuro cammino!».
+ Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo
di Milano; Milano 16.3.'93.
«...
Una impegnata ricerca, minuziosa e costante che si evidenzia per la sua
obiettività. Un prezioso frutto esegetico testuale, con confronto e convergenze,
come felice aiuto e contributo per la spiritualità biblica, ad edificazione singolare
...».
+
Mons. Pietro Canisio Van Lierde, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per
la Città del Vaticano; Città del Vaticano 29.7.'93.
«...
E' una ricerca originale e molto interessante, coraggiosa perfino!».
+
Mons. Antonio Ambrosanio, già
Arcivescovo di Spoleto e Norcia e Presidente della C.E.U.; Spoleto
16.7.'93.
«Si
tratta indubbiamente di un lavoro originale, ben condotto ed anche 'sollecitante'.
E' un notevole sforzo di riappacificare Bibbia e Spiritualità talvolta camminanti
per sentieri diversi».
Mons.
Settimio Cipriani, Preside Emerito della Pontificia Facoltà
Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli.
«Mi
complimento per il bel lavoro che unisce vasta erudizione nell'analisi a
efficace capacità di sintesi teologica e spirituale. Con i migliori auguri,
nel Nome tre volte santo!».
Prof. D. Bruno Forte, Decano della
Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli.
«Buona,
convincente ed originale la Metodologia d'indagine».
Prof.
D. Antonio Pitta, Professore di Metodologia al Pontificio
Istituto Biblico di Roma.
Recensione di Mons. Luigi Sartori
Presidente Emerito dell'Associazione Teologica
Italiana
Studia
Patavina 41 (1994) 721-722.
Il volume riproduce sostanzialmente la dissertazione
per il dottorato in Teologia conseguito dall'Autore presso la Facoltà Teologica
dell'Italia Meridionale (Napoli) sotto la direzione del biblista S. Cipriani.
Il sottotitolo esplicita il punto focale della
ricerca: Saggio ermeneutico se Lc 20,37-38 in rapporto a Es 3,14.
In effetti l'A. intende fare un lavoro di ermeneutica più che di esegesi nel senso dei tradizionali
metodi storico-critici; più che sull'analisi diacronica dei passi, egli punta
sulla luce che scaturisce dal confronto sincronico dei testi fondato sulla
'analogia biblica' e perciò contando al massimo sul valore della 'ispirazione'
che dà unità e profondità abissali alla Bibbia.
Il punto di partenza è l'impasse che sembra
imprigionare gli esegeti (da S. Girolamo a tutti i moderni) di fronte al testo
di Lc 20,37-38, nel quale Gesù si appella alla rivelazione di Mosè 'sul roveto'
quanto al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe («Dio non di morti ma di
viventi») come prova della resurrezione dei morti in polemica coi Sadducei.
Bindella ritiene invece che occorra prendere in
considerazione tutto il testo e contesto (gli esegeti limitano l'attenzione al
parallelo di Es 3,6), soprattutto il suo punto culminante (Es 3,14) che sta
nella rivelazione del Nome divino più misterioso e profondo: IO SONO (Io sono
chi / colui che sono). Nome che si eleva come novità assoluta sugli altri e al quale gli altri (nemmeno quello di
Jahwè) possono essere ridotti ed assimilati. E' questo nome a dare fondamento
alla forza di resurrezione del Kyrios, alla certezza che Dio è il Vivente e il
garante e donatore della vita (Dio di viventi). Il parallelo con Gesù, il
Risorto che vivifica, e che addirittura rivendica per sè proprio l''Io sono' di
Es 3,14, diventa perciò centrale ed illuminante per tutta la Cristologia ed
investe anche la spiritualità che può e deve essere lanciata in orizzonti di
maggior coraggio nel segno della nuova
Pentecoste per la Chiesa e per il mondo.
Il breve riassunto che qui ne diamo banalizza un pò il
valore del libro: in questo si ammira una stupefacente abilità di utilizzo di
ogni tipo di risorsa (filologica, grammaticale, logica, retorica ...) per
riuscire a penetrare veramente dentro il senso biblico.
E poi appaiono straordinarie la ricchezza dei
confronti e la minuziosità delle analisi. Forse il lavoro si presenta
addirittura esuberante tale da far sospettare, di prima impressione, pretese di
forza 'dimostrativa' in eccesso, per giungere a certezze che non lascino posto
ad oscurità, ad opinabilità, ad un 'oltre' di mistero, anche trattando del Mistero.
Eppure la 'razionalità' estrema l'A. intende renderla disponibile e a servizio
di una fede altrettanto estrema, fede radicale fino all'apertura dell'esperienza
mistica.
Bisogna dargli atto: egli riesce a far funzionare al
massimo la sua 'ratio theologica'
senza mai uscire dal discorso di fede, stimolando anzi questa a toccare vertici
esaltanti. Gli dobbiamo perciò grande riconoscenza, e non solo ammirazione.